domenica 12 febbraio 2012

NEANCHE L'AVVERSO CLIMA CI FERMA!!!

VENERDÌ LA COMMEMORAZIONE 
DELLE FOIBE
http://www.t-vision.it/dettaglio-A3-news/items/la-citta-si-stringe-attorno-agli-esuli-61-10093.html
E SABATO UN GAZEBO
IN "GALLERIA DEL VENTO"!
PER TUTTA LA MATTINATA 
A BELLUNO
UN CONTINUO RIATTACCARE MANIFESTI,
EVITARE CHE IL GAZEBO VOLI VIA,
RECUPERARE MATERIALE VARIO,
INSOMMA NON UN MOMENTO DI CALMA,
IL VENTO CHE SOFFIAVA
CON FOLATE IMPROVVISE A 80km.
ED IL TERMOMETRO SEMPRE SOTTO ZERO.
COMUNQUE NON ABBIAMO MOLLATO
COME SEMPRE MAI DOMI ED
IN MOVIMENTO PIÙ DEL NORMALE.
LA SETTIMANA PROSSIMA
SAREMO VENERDÌ A FELTRE
E SABATO A BELLUNO
PER CONTINUARE AD INFORMARE
LA CITTADINANZA DELLE
"BUONE BATTAGLIE" DE "la Destra"
E DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
DEL 3 MARZO A ROMA.
DI SEGUITO RIPORTIAMO L'ARTICOLO
DEL "CORRIERE DEL VENETO"
DELL'ESULE GHIGLIANOVICH
SULLA QUESTIONE DELLA MEDAGLIA
AL MARESCIALLO TITO
UN ARTICOLO CON
 DELLE DICHIARAZIONI
MOLTO FORTI RIBADITE ANCHE
IL 10 FEBBRAIO DURANTE
LA COMMEMORAZIONE DELLE FOIBE
NELLA NOSTRA BELLUNO.
SEMPRE IN MOVIMENTO...
 ...E MAI STRAC!!!


La protesta dell’esule istriano:

 «Rinuncio alla cittadinanza»

Il bellunese Ghiglianovich chiede sia tolta la medaglia a Tito. «Visto che non posso combattere contro lo Stato divento apolide»

BELLUNO— «Voglio che lo Stato revochi la medaglia a Tito. Ma visto che non posso combattere contro lo Stato, mi rimane un’ultima risorsa: rinuncerò alla cittadinanza italiana e diventerò apolide». L’ha detto il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd), Giovanni Ghiglianovich alla commemorazione del Giorno del Ricordo a Belluno. Josip Broz, più noto come il maresciallo Tito (a capo della Jugoslavia dalla fine della seconda Guerra mondiale sino alla sua morte nel 1980) è infatti tra i cavalieri di Gran Croce della Repubblica Italiana, decorato per giunta di Gran Cordone da Giuseppe Saragat nel 1969. Eppure il Maresciallo si macchiò di colpe gravi: espressione del regime comunista juguslavo dal 1943 eliminò, per motivi ideologici, molti italiani, con rappresaglie, processi sommari, infoibamenti e altri atti di violenza. Nel 2011 l’Unione degli Istriani ha chiesto la revoca dell’onorificenza. Nei giorni scorsi Ghiglianovich, che vive a Belluno da quando dovette abbandonare l’Istria, ha presentato una petizione al Prefetto di Belluno affinché porti le istanze del Comitato bellunese agli Organi generali: «La legge prevede la perdita dell’onorificenza all’insignito che se ne renda indegno», si legge nel documento. Il presidente dell’Anvgd, Giovanni Ghiglianovich ieri ha lanciato la sua provocazione: rinuncia alla cittadinanza italiana se a Tito non verrà tolta l’onorificenza. Lo ha detto «con lo strazio nel cuore» davanti al Prefetto di Belluno, Maria Laura Simonetti, alla rappresentante della Provincia Emanuela Mila e al sindaco del capoluogo, Antonio Prade. L’intervento, avvenuto sotto la via intitolata alle «Vittime delle Foibe» di Belluno è cominciato con la lettura del Salmo 88: «Mi hai gettato nella fossa profonda, in caverne tenebrose, in abissi, fra i morti il mio ultimo giaciglio». Poi ha trattato la vicenda legata all’esodo istriano per punti. «Il 10 febbraio 1947: la conferenza di Parigi: Alcide De Gasperi ha barattato una terra italiana da millenni, con l’Alto Adige che non lo era - ha esordito Ghiglianovich -. A 30 anni dalla fine della Guerra il presidente del Consiglio Mariano Rumor firma a Oslo la cessione dell’ultimo lembo di terra istriana. Altri 50 mila profughi». Il discorso di Ghiglianovich ha un lungo elenco di circostanze. «L’Inps eroga pensioni agli infoibatori e toglie agli esuli una maggiorazione di 20 euro perché non dovuta. Un nostro presidente, Sandro Pertini, va a Belgrado alle esequie e a baciare la bara di Tito e la bandiera juguslava», ha detto con voce rotta. La lista prosegue: «Non sono mai stati trovati i soldi per compensare i nostri beni abbandonati, che lo Stato ha barattato con i danni di guerra dovuti come nazione sconfitta. Lo Stato ricorre in Cassazione per non concederci una casa popolare e quando soccombe saltano su "i presidentini regionali" a chiuderci le porte in faccia per aprirle agli immigrati di oggi. Il presidente Carlo Azeglio Ciampi concede proprio la medaglia d’oro alla mia città madre, Zara, distrutta, ma tutto si blocca su richiesta dell’ambasciatore croato a Roma...». Per questo, e altro ancora, non vuole più essere un cittadino italiano.
Federica FANT

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