martedì 21 febbraio 2012

"la Destra" CONTRO IL CANONE RAI

LA DIFFERENZA DI  QUANDO ESISTONO
PROTESTE STERILI OPPOSTE 
AD OBBIEZIONI PONDERATE.
IL DIVERSO VALORE E' SOSTANZIALE,
NEL PRIMO CASO SI FA DIETROLOGIA,
NEL SECONDO SI CONTROBATTE 
CONOSCENDO L'ARGOMENTO.
"la Destra" QUANDO CRITICA LO FA
IN MANIERA CONOSCITIVA DEL PROBLEMA
PROPONENDO ANCHE ALTERNATIVE,
IL NOSTRO CONSIGLIERE COMUNALE
DI BELLUNO E CANDIDATO SINDACO
ALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE,
FRANCESCO LA GRUA,
NE E' UNA VALIDA DIMOSTRAZIONE.
UNA DISAMINA TECNICA FATTA DA CHI,
GRAZIE AL SUO LAVORO E STUDI PRATICATI,
PUÒ AFFRONTARE L'ARGOMENTO
CON COGNIZIONE DI CAUSA
NELLA LETTERA INVIATA 
AI DIRETTORI DEI GIORNALI
SULLA QUESTIONE CANONE RAI.

Oggetto: abbonamento RAI per le imprese.

Egr. Direttore,

Le trasmetto queste mie (lunghe) considerazioni sull'argomento di cui all'oggetto.

In questi giorni, la RAI informa che anche le imprese, se ed in quanto dotate di strumenti idonei a ricevere il segnale televisivo (computer, cellulari), sono tenute al pagamento del canone e che lo stesso è deducibile ai fini delle imposte sui redditi.
Evidenzio alcune criticità:
  1. che la RAI voglia fare da fiscalista non mi stupisce (il suoi canali principali sono considerati generalisti), ma che ne abbia le competenze ho i miei dubbi: secondo me, nella stragrande maggioranza dei casi, il costo dell'abbonamento RAI non è deducibile in quanto non inerente all'attività imprenditoriale. Traduco: se una società mia cliente che fa restauri antichi mi dice che ha fatto un abbonamento ad una rivista di caccia e pesca, io le dico che la spesa non è deducibile in quanto, appunto, non pertinente alla propria attività aziendale. Così, mi si creda, lo sosterrebbe anche l'Agenzia delle Entrate. Quindi, la RAI, prima di affermare che il costo è deducibile, sarebbe bene che faccesse alcune verifiche insieme con un professionista abilitato a prestare consulenza fiscale;
  2. se un dipendente della stessa società di cui sopra passasse la sua giornata lavorativa a guardare la RAI al computer, io ritengo che il datore di lavoro potrebbe benissimo richiamare il dipendente stesso per mancanza di produttività; ciò conferma che non è detto che il canone RAI sia da considerare un costo che l'impresa potrebbe dedurre: è, in altre parole, un servizio di cui l'azienda non vuole usufruirne e che, tanto meno, vuole pagare; o forse devo ritenere che per l'attuale Governo è normale che un dipendente – esempio di una banca – passi il tempo a guardare la RAI al computer mentre è al lavoro?
  3. se non fosse vero quanto sopra (cioè che l'impresa debba pagare un balzello per il solo fatto che lo stesso è, in linea teorica, fruibile – pur non volendo tale servizio), informo la RAI che sul web io ho un bel sito di libero accesso in cui ci sono delle informazioni (non necessariamente esclusivamente fiscali) e, pertanto, presto invierò la mia parcella per consulenze da me prestate alla stessa RAI; è vero, forse la RAI mai guarderà il mio sito, ma stia tranquilla: il costo è deducibile...
  4. se, infine, volessimo considerare l'abbonamento RAI una sorta di tassa di possesso (come avviene, ad esempio, per gli automezzi, tassa da pagare a prescindere dall'uso), si aprono due interrogativi:
  • c'è proporzionalità fra l'abbonamento RAI richiesto ed il valore del PC su cui dovrebbe essere pagato? Un PC oggi costa intorno ad € 500,00, l'abbonamento RAI costa oltre 200 euro all'anno: è come se si dovesse pagare una tassa di € 4.000 ogni anno per avere il possesso di una Panda... In più, è evidente che tale tassa di possesso colpirebbe in maniera non proporzionale la ricchezza: la piccola impresa con un PC dovrebbe pagare tanto quanto l'UNICREDIT!
  • ci si augura che nessun ingegnere elettronico si inventi di far ricevere il segnale RAI agli occhiali, pena dover pagare l'abbonamento anche solo per il fatto di essere miopi... Ciò potrebbe valere anche se trovassero il sistema per far ricevere il segnale alle scarpe: girermo tutti scalzi?
Ho la sensazione che questo Governo - con l'appoggio di PDL, PD, UDC – intenda considerare i propri cittadini come dei sudditi: lo Stato è in crisi, ma spero che questi professoroni usino di più la testa nell'imporre le proprie gabelle. Così, certamente, non va.

Belluno, 21 febbraio 2012
Francesco La Grua – candidato Sindaco per La Destra al Comune di Belluno. 

RICORDIAMO CON L'OCCASIONE
CHE L'IMPEGNO "POLITICO" CONTINUA
ANCHE IN PIAZZA VENERDÌ 24 MATTINA A FELTRE
E SABATO MATTINA 25 A BELLUNO,
SEMPRE SABATO 25 COORDINAMENTO REGIONALE
CON IL SEGRETARIO FRANCESCO STORACE
E ROBERTO BUONASORTE A VERONA
PER DEFINIRE GLI ULTIMI DETTAGLI
DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
A ROMA SABATO 3 MARZO,
DOVE MARCEREMO CONTRO 
IL GOVERNO MONTI.
SEMPRE IN MOVIMENTO
....E MAI STRAC!!!


Nessun commento:

Posta un commento